Sgombero: cosa è e come prenotarne uno?

Sgombero: cosa è e come prenotarne uno?

Cosa è uno sgombero?

Si fa riferimento al termine sgombero per indicare un servizio di trasporto e trasferimento di oggetti (in genere mobili, oggetti vari della casa), da un luogo ad un altro oppure in discarica.

Lo sgombero è un servizio che tipicamente viene richiesto in occasione di un trasloco, quindi quando si cambia il luogo di abitazione. In questi casi, vi è sempre la necessità di trasportare un numero ingente di oggetti dalla vecchia abitazione al nuovo luogo di dimora. Si potrebbe dover trasportare mobili della casa, armadi, cucina, elettrodomestici, divani, e oggetti vari.

Come noto, uno sgombero può essere molto impegnativo, sia in termini di forza fisica richiesta, sia per il tempo che può occupare. Questo è il motivo per il quale sempre più persone ricorrono a servizi di sgombero organizzati da ditte professionali, per usufruire di un servizio all’altezza, con strumenti ad hoc (come furgoni di grandi dimensioni) e con una forza lavoro specializzata, dotata di esperienza e presente in grande numero per poter ridurre i tempi necessari al trasloco.

Ma il servizio di sgombero può essere richiesto anche in altri casi: si pensi all’ipotesi di volontà di liberare un locale commerciale o un locale della casa (come una soffitta o una cantina) da oggetti e suppellettili che si vogliono vendere o di cui ci si vuole liberare, gettandoli in discarica.

Anche in questo caso, poter contare su un servizio professionale di sgombero con personale dedicato e specializzato e mezzi a disposizione, è molto utile per ridurre le tempistiche e non occuparsi personalmente di un lavoro così gravoso.

Ma come prenotare uno sgombero? Come è possibile prenotare questo tipo di servizio in tutta Italia?

Come prenotare uno sgombero?

Per poter prenotare uno sgombero è sufficiente contattare una ditta che offra questi servizi nel tuo Comune. Sgombero.it è il portale Nazionale dedicato agli sgomberi questi servizi vengono erogati in tutta Italia. Basterà trovare il vostro Comune, per esempio se abitate a Bologna andate sulla pagina dedicata agli sgomberi Bologna.

Il servizio di sgombero può essere prenotato comodamente anche online, indicando il tipo di lavoro di cui si ha necessità (grandezza del locale, tipo di oggetti da spostare, tempistiche a disposizione in caso di urgenze). In questo modo, la ditta può organizzare al meglio la disposizione di automezzi e di forza lavoro per offrire un servizio all’altezza delle aspettative.

Questi servizi possono essere prenotati sia da privati che da aziende, o da commercianti, ad esempio per sgombero locali, vecchi negozi e via dicendo. Ci si può accordare sulla destinazione della merce che viene sgomberata, se sia necessario portarla in discarica (con un servizio di smaltimento a norma di legge), o se si vuole trasferirla in un altro luogo.

Uno sgombero professionale può richiedere anche solo una giornata oppure più giorni, sempre a seconda della quantità e tipologia di merce ed oggetti che si intende trasferire, dalla distanza, e via dicendo. In ogni caso, con una ricerca online sarà sempre possibile prenotare velocemente e con soddisfazione un servizio di sgombero case, appartamenti e negozi su misura per le vostre esigenze, in modo da liberare velocemente i locali senza perdere tempo e senza occuparsi in prima persona della gestione del trasloco o dello smaltimento dei rifiuti.

 

Una panoramica completa sui principali vantaggi delle tapparelle elettriche

Una panoramica completa sui principali vantaggi delle tapparelle elettriche

Sei stanco ogni mattina di dover alzare tutte le tapparelle, o al contrario di doverle abbassare ogni sera prima di andare a dormire? In entrambi i casi puoi automatizzare le tapparelle, una soluzione domotica estremamente semplice e rapida che sta trovando sempre più diffusione nelle case degli italiani.

Puoi recuperare tempo prezioso sia la mattina, quando devi fare tutto di corsa per andare al lavoro, sia la sera quando il tuo unico desiderio è sprofondare nel letto. Con un semplice clic infatti puoi alzare oppure abbassare le tapparelle, recuperando tempo prezioso per svolgere le altre attività mattutine o serali. Questo però è solo uno dei tantissimi vantaggi delle tapparelle automatizzate, scopriamo gli altri.

Installazione rapida per un perfetto mix tra praticità ed estetica

Il motore che consente di motorizzare la tapparella è tubolare, occupa pochissimo spazio e va inserito a scomparsa nel rullo dell’avvolgibile del cassonetto. Dimentica gli invasivi lavori murari che spargono polvere e detriti per tutta la casa, l’installazione del motoriduttore elettrico è davvero molto veloce e non necessita di interventi complessi.

Bastano circa 60 minuti per completare l’operazione ed è sufficiente portare un normale cavo di alimentazione di 220 V al cassonetto. Il resto del lavoro lo fa proprio il vano cassonetto, senza ulteriori interventi di muratura.

Poiché il motore è a scomparsa, l’estetica dei tuoi ambienti non viene minimamente compromessa. Inoltre hai piena libertà per quanto riguarda l’utilizzo, poiché le persiane elettriche funzionano sia tramite un telecomando a 2 pulsanti che con un telecomando per movimentare gli avvolgibili a distanza.

Controllo da remoto ovunque tu sia

Le tapparelle motorizzate, abbinate ad una specifica app, possono essere gestite e controllate da remoto ovunque tu sia. Se ad esempio sei uscito e hai dimenticato le tapparelle alzate e vuoi abbassarle, o se al contrario desideri alzarle per far entrare un po’ di luce solare e trovare l’ambiente riscaldato al tuo ritorno, puoi farlo con un semplice clic da smartphone o da tablet.

All’occorrenza puoi anche impostare un timer, selezionando l’orario di apertura e di chiusura delle tapparelle. Un esempio? Supponiamo che ti alzi verso le 7:00, in tal caso ti basta impostare proprio a quell’orario l’apertura delle tapparelle. Il sole entrerà dolcemente nella tua stanza dandoti un delicato buongiorno.

Allo stesso modo puoi impostare la chiusura delle tapparelle verso le 23:00, o magari quando cala il sole, così da migliorare anche l’isolamento termico e acustico nella tua abitazione.

Cosa fare se non c’è energia elettrica?

Molte persone che stanno pensando di installare tapparelle automatizzate sono attanagliate da un dubbio: come movimentare le tapparelle in caso di blackout? Dubbio legittimo, ma c’è una soluzione anche in questo caso.

Per bypassare questa problematica, tutt’altro che improbabile, è sufficiente installare dei motori dotati di manovra manuale di soccorso. Si tratta di un comando manuale tramite un argano ad asta che funziona tranquillamente anche in caso di assenza di energia elettrica.

Basta infatti movimentare la tapparella elettrica semplicemente girando l’asta fornita in dotazione, alzando o abbassandola senza alcun problema.

Il modello di motore migliore va scelto in base al peso, alle dimensioni e al materiale dell’avvolgibile, quindi è opportuno rivolgersi a personale qualificato per l’installazione.

Ascensori, ecco con che frequenza si deve svolgere la manutenzione

Ascensori, ecco con che frequenza si deve svolgere la manutenzione

Quando si parla di sicurezza a livello condominiale, ci sono degli impianti che più di tanti altri hanno bisogno di ricevere costante e specifica manutenzione. Uno di questi impianti corrisponde indubbiamente all’ascensore.

Muoversi per i vari piani di un palazzo è un aspetto molto importante e l’ascensore serve proprio a questo, abbattendo ogni tipo di barriera architettonica. Ecco spiegato il motivo per cui il buon funzionamento di un simile impianto è fondamentale, ma per raggiungere un simile obiettivo serve prestare la massima attenzione alle attività di manutenzione che è necessario svolgere e quale frequenza rispettare.

Manutenzione ordinaria: di cosa si tratta

Quando si tratta di manutenzione ordinaria, si fa riferimento a una delle attività più importanti per assicurare il buon funzionamento di un ascensore. È la normativa attualmente in vigore che lo prevede. Il riferimento è all’articolo 15 del D.p.R. numero 162 del 1999 che enuncia proprio l’obbligo, per tutti coloro che hanno la proprietà di un ascensore, di svolgere la manutenzione dell’impianto di ascensione affidandola a una ditta specializzata, piuttosto che a del personale che sia dotato di apposita certificazione.

Di conseguenza, è del tutto vietato mantenere in esercizio un ascensore nel caso in cui tale operazione non venga svolta da parte di una ditta o un soggetto che ha ricevuto apposita abilitazione in base a quanto è previsto dalle norme di legge, come Everest s.r.l., che opera da tanti anni in questo settore..

Le due tipologie di attività di manutenzione

Per essere in regola con quanto è previsto dalla legge, quindi, chi si occupa della manutenzione di simili impianti deve necessariamente svolgere due attività distinte. La prima riguarda le visite di manutenzione che hanno carattere di prevenzione. In questo caso, l’obiettivo primario è quello di controllare che tutti i componenti principali dell’impianto funzionino nel migliore dei modi. Nello specifico, la previsione di legge suggerisce di focalizzarsi sulle serrature, così come sulle porte dei piani. Non solo, dal momento che bisogna anche provvedere alla verifica delle condizioni in cui si trovano le funi, ma anche svolgere le tradizionali attività di pulizia, così come di lubrificazione delle componenti fondamentali.

La seconda categoria di attività di manutenzione ha un fine completamente diverso. Ovvero, ha come scopo quello di controllare che l’impianto sia integro in tutti i suoi componenti e che, in modo particolare, quelle parti e sistemi che sono deputati alla sicurezza funzionino sempre in maniera efficiente e sicura.

Insomma, l’intento principale di questi interventi è quello di accertare la sicurezza dell’impianto di ascensione. È facile intuire come si andrà a controllare le funi, il paracadute, i sistemi di allarme e così via. In questo secondo caso, il legislatore ha previsto anche una cadenza minima con cui svolgere l’attività di manutenzione, ovvero ogni sei mesi. Di conseguenza, viene definita semestrale.

Si tratta di una scadenza che deve essere rispettata in maniera tassativa. Invece, in riferimento a tutte quelle visite di manutenzione che hanno carattere di prevenzione, non è prevista una frequenza minima che deve essere rispettata. Infatti, in questo caso serve intervenire solo ed esclusivamente nel caso in cui l’impianto presenti delle effettive esigenze in tal senso.

Scendendo un po’ più nello specifico, bisogna mettere in evidenza come il numero corretto di visite da svolgere sia legato completamente alle caratteristiche e alle specifiche di ciascun impianto di ascensione. Non solo, ma anche dal suo stato di conservazione, così come le varie condizioni e l’intensità di impiego.

Molto importante mettere in evidenza, infine, come in linea generale, mediamente gli ascensori in Italia vengono controllati con un numero di visite annuali che è compreso tra 6 e 12, tenendo conto in tale cifra anche delle due visite semestrali che sono obbligatorie per legge.

Cosa fare se si spezza la chiave nella serratura?

Cosa fare se si spezza la chiave nella serratura?

A volte può capitare che, se mettiamo troppa forza nel movimento o se la serratura è usurata, il risultato a cui ci troviamo davanti sia la chiave che si spezza e rimane incastrata all’interno della serratura. In questi casi quello che bisogna fare è estrarre il pezzo di chiave rimasto bloccato dalla serratura, cercando di non danneggiare quest’ultima.

In ogni caso, una buona manutenzione e lubrificazione delle parti metalliche della serratura dovrebbe impedire questi spiacevoli incidenti, per cui è consigliato cercare di prevenire usura e danneggiamenti operando una buona manutenzione.

Estrarre la chiave dalla serratura

Anche se si tratta di operazioni piuttosto delicate, è possibile estrare un frammento di chiave dalla serratura anche senza l’aiuto di un professionista, ma possiamo farlo da noi usando gli strumenti giusti e molta cautela.

Un primo metodo può essere quello di utilizzare un ferro per l’uncinetto, se possibile il più sottile disponibile. Il ferro andrà lentamente inserito nella serratura, facendo attenzione a mantenere l’uncino rivolto verso di noi. Fatto ciò, bisognerà agganciare l’uncino ai dentini della chiave, per poi tirare delicatamente verso di noi quanto basta per estrarre completamente la chiave, aiutandoci anche con le dita o con una pinza.

Se la chiave rimane incastrata all’interno di una serratura a cilindro europeo la procedura da seguire è più complicata, ma è ancora possibile riuscire nel nostro intento senza bisogno di aiuto. In questo caso servirà inserire una chiave identica a quella rotta dall’altro lato della porta, fino a che questa non incontra l’ostacolo. A questo punto, si dovrà colpire leggermente la chiave integra con un martello, facendo attenzione a non romperla. In questo modo, l’onda d’urto dovrebbe far leggermente uscire il frammento di chiave dall’altro lato, che andremo ad afferrare con una pinza e tirare delicatamente fino ad estrarlo del tutto.

Va ricordato che questi metodi funzionano se la chiave si spezza poco in profondità, in modo tale che possa essere afferrata o che alcuni colpi ben assestati la possano far uscire quel tanto che basta da riuscire ad afferrarla. Se invece la chiave si spezza più in profondità, la situazione si complica ulteriormente. Un ferro da calza non riuscirebbe a raggiungerla senza danneggiarsi e danneggiare la serratura, e i colpi di martello dati alla chiave integra finirebbero per rompere anche quella, senza raggiungere nessun risultato.

In questo caso è necessario rompere il cilindro della serratura, forando con un trapano di dimensioni progressivamente maggiori sotto al foro in cui si inserisce la chiave. Ovviamente, questo metodo danneggia in modo irreversibile la serratura, che andrà sostituita completamente, e si rischia anche di danneggiare il telaio della porta, trovandosi a dover sostenere spese ancora maggiori.

Dunque, piuttosto di arrangiarsi e danneggiare la propria porta, la soluzione più consigliata se la nostra chiave si spezza all’interno della serratura è quella di chiamare un fabbro urgente a Torino e attendere l’intervento di un professionista, che valuterà la gravità della situazione e risolverà il problema utilizzando gli strumenti adatti.

Lampada da terra: come sceglierla

Lampada da terra: come sceglierla

Come ben si sa, l’illuminazione è fondamentale per l’atmosfera di qualsiasi ambiente domestico. Quando la si chiama in causa, sono diversi i dettagli da definire per ottenere un risultato capace di stupire. Approfondirli significa, per forza di cose, citare le lampade da terra, veri e propri elementi d’arredo che, come vedremo, si prestano a diversi approcci stilistici. Come sceglierle? Nelle prossime righe, abbiamo raccolto alcuni consigli che speriamo possano esserti utili.

Lampada da terra: guida all’acquisto

Oggi come oggi, basta poco per trovare lampade da terra meravigliose. Rivenditori di successo come Animosi Illuminazione propongono infatti tantissime alternative. Come scegliere la migliore? I criteri da considerare sono diversi. Si può, per esempio, optare per soluzioni con paralumi chiari nei casi in cui si ha la necessità di ottimizzare l’illuminazione in un’area relax o in un angolo lettura.

Come già detto, sono diversi i casi da tenere in considerazione e uno di questi prevede il fatto di valorizzare elementi decorativi del soffitto, come per esempio eventuali stucchi. In questo caso, l’optimum prevede il fatto di orientarsi verso lampade da terra che illuminano la parte alta della stanza.

Come abbinarla

Quando si decide di comprare una lampada da terra, è naturale chiedersi come abbinarla. Non ci sono regole scritte sulla pietra al proposito. Tutto dipende dallo stile generale dell’ambiente. Nei casi in cui, per esempio, si ha a che fare un salotto arredato in stile classico, una buona idea prevede il fatto di focalizzarsi verso due lampade da terra uguali e dalle linee semplici, caratterizzate possibilmente da un paralume chiaro e da posizionare ai due lati del divano.

Nel caso di un living arredato in ottica minimal – questo ambiente della casa è oggettivamente il più popolare quando si tratta di collocare delle lampade da terra – ci si può orientare, invece, verso soluzioni dal paralume scuro. In questo caso, quello che conta è che la struttura principale sia il più essenziale possibile. Il protagonista, ribadiamo, è il paralume. Lo si può abbinare a diversi dettagli presenti nella stanza, dai cuscini per il divano fino alle cornici di eventuali quadri, stampe o foto appese alle pareti.

Lampada da terra per illuminare il tavolo? Sì, grazie!

Non c’è storia: la lampada da terra è davvero un elemento super versatile. Quando la si chiama in causa, è necessario rammentare la possibilità di utilizzarla per illuminare il tavolo in un open space sala da pranzo – living. In casi del genere, il mix tra diverse tipologie di illuminazione è il must e, molto spesso, quando si chiama in causa il piano del tavolo si consiglia il ricorso a una lampada a sospensione.

Se si vuole uscire da queste linee guida e puntare a un approccio più creativo, si può optare per una lampada da terra con un paralume particolarmente originale. Onde evitare il fastidioso effetto “lampadario della nonna”, quest’ultimo andrebbe comunque abbinato con altri elementi presenti nell’ambiente. Quali, di preciso? La risposta a questa domanda è legata a filo doppio alla creatività di chi arreda. Si può creare un abbinamento cromatico con eventuali vasi presenti sulle mensole o negli armadietti vicino al tavolo o dare vita a un mix cromatico speciale con protagonista il sopra citato paralume e i coprisedia.

Altri consigli

Come hai appena potuto vedere, sono diverse le dritte da considerare quando si ha intenzione di acquistare una lampada da terra. Un’altra dritta da considerare prevede il fatto di acquistarla con paralume orientabile nelle situazioni in cui si punta a illuminare un angolo lettura. Attenzione: la caratteristica appena ricordata è utile anche in altri casi. Tra questi, rientrano le situazioni in cui si ha la necessità di illuminare un quadro o una foto a cui si è particolarmente legati e che si vuole valorizzare al massimo.

Come saldare l’alluminio: passaggi da seguire nel dettaglio

Come saldare l’alluminio: passaggi da seguire nel dettaglio

La saldatura dell’alluminio non è assolutamente semplice da realizzare, dal momento che dovranno essere presi in considerazione, nello specifico, diversi dettami che permettono di comprendere tutto ciò che c’è da sapere a proposito di come trattare questo particolare e difficile metallo. L’alluminio, in effetti, è un metallo tutt’altro che semplice da trattare e, per questo motivo, molto spesso ci si serve di professionisti come un fabbro a Firenze o presente in altre realtà italiane per riuscire a ottenere una saldatura nel migliore dei modi, che sia comprensiva di una serie di passaggi che permetteranno di effettuare questo lavoro in modo pressoché ottimale. Tantissime persone vorrebbero scoprire, tuttavia, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di come realizzare una saldatura fai da te, così da risolvere le proprie problematiche in modo efficace.

Effettuare una saldatura dell’alluminio: consigli da seguire per realizzarla

Al fine di comprendere tutto ciò che c’è da sapere relativamente a come effettuare una saldatura dell’alluminio nel migliore dei modi, soprattutto se il metodo utilizzato è quello del fai da te, bisognerà conoscere, effettivamente, le caratteristiche fisiche del metallo che sarà preso in esame per il proprio lavoro di saldatura. L’alluminio presenta un aspetto lucido, che sarà assicurato durante tutta la fase di saldatura. Fondere questo metallo è possibile a partire da una temperatura di 500 gradi, fino a poco meno di 700 gradi centigradi; se, generalmente, la temperatura basica per fondere un metallo come l’alluminio è quella sopracitata, bisogna anche considerare il fatto che l’alluminio fonde oltre i 2500 gradi, per quanto il processo di saldatura avvenga attraverso una pulizia dell’alluminio

Ciò significa che, per effettuare la saldatura dell’alluminio, occorre servirsi di alcuni strumenti nello specifico, come i seguenti:

  • spazzola con fili di inox;
  • mola con dischi lamellari;
  • acetone o alcool puro;

Sulla base degli strumenti precedentemente presi in considerazione, bisognerà dapprima eliminare l’ossido dall’alluminio servendosi di una spazzola o di un disco lamellare, per poi sgrassare il metallo in questione con acetone o alcool; è importante non utilizzare il diluente per vernici dal momento che questo stesso lascerà dei residui oleosi, che non assicureranno la pulizia ottimale dell’alluminio.

Il lavoro di saldatura dell’alluminio: ultimi passaggi da seguire

Dopo aver considerato tutto ciò che c’è da sapere a proposito delle informazioni preliminari da sottolineare relativamente a una pulizia dell’alluminio e alla saldatura dello stesso, si potrà scendere nello specifico dell’azione che dovrà essere realizzata. L’alluminio è un ottimo conduttore di calore, dunque bisognerà scaldare il pezzo di alluminio prima di iniziare con la fase di saldatura, portando lo stesso a una temperatura di almeno 70 gradi, con una fiamma a propano.  

Ovviamente, per quanto sia assolutamente intuitivo, è più che semplicemente sconsigliato scaldare l’alluminio all’interno di un forno di casa, dal momento chi si correrebbero dei seri rischi sotto questo punto di vista; dopo aver considerato quest’ultima dinamica, per effettuare la saldatura, bisognerà servirsi degli accessori giusti per effettuare una saldatura ottimale, come una guaina per la torcia, punte guidafilo e rulli. Il gas di cui ci si dovrà servire, invece, è l’argon, considerato come inerte e dunque incapace di reagire con un metallo.

La scelta del gas in questione è fondamentale, dunque bisognerà agire nel migliore dei modi sotto questo punto di vista facendosi bene consigliare da un rivenditore e non essendo frettolosi con la propria scelta. A questo punto, non resterà altro che seguire i passaggi decisivi per la saldatura dell’alluminio, servendosi degli strumenti predisposti alla realizzazione di questo lavoro. Per un lavoro di saldatura vero e proprio, naturalmente, è richiesto l’intervento di un professionista per mettere a punto il proprio obiettivo senza correre inutili rischi. 

Ascensori: quando si deve intervenire con la manutenzione

Ascensori: quando si deve intervenire con la manutenzione

Nel corso degli ultimi tempi, si sente spesso e volentieri parlare di manutenzione degli ascensori, ma poi all’atto pratico in pochi sanno di cosa si tratta. Uno degli aspetti principali da mettere in evidenza è certamente legato al fatto che la sicurezza, sia all’interno di un condominio che di un’abitazione privato deve essere in cima alla lista delle priorità.

Ecco spiegata la ragione per cui è fondamentale accertarsi che tutti i vari impianti che sono presenti all’interno dell’edificio funzionino nel migliore dei modi. Di conseguenza, ecco che anche un impianto fondamentale per abbattere le barriere architettoniche come l’ascensore, non può che essere oggetto di appositi e specifici controlli e verifiche.

Affidarsi solo ad aziende specializzate

Uno dei consigli più importanti da seguire per quanto riguarda le varie attività di manutenzione è quella di fare affidamento solo ed esclusivamente ad aziende che operano in modo certificato e con specifica abilitazione.

In tal senso, ecco che Arno Manetti è sicuramente una delle aziende che operano da più tempo e con successo in questo settore, garantendo un alto livello di affidabilità, qualità e precisione in ogni tipo di intervento. Non solo, dal momento che vengono svolte attività di manutenzione di impianti di ogni tipo di marca, ma anche delle vere e proprie ristrutturazioni, parziali o complete, piuttosto che di servizi di assistenza specifici per soddisfare al meglio le esigenze della clientela.

Gli interventi di manutenzione

Le visite di manutenzione che vengono portate a termine da parte di ditte specializzate e abilitate possono essere di due tipologie. Si può trattare di visite di manutenzione preventiva oppure delle visite approfondite. Nel primo caso, l’obiettivo è quello di tenere sempre sotto controllo il funzionamento normale dell’impianto. Nello specifico, si andrà a controllare lo stato di funzionamento che riguarda le porte dei piani, così come le porte di cabina, piuttosto che lo stato delle funi. Non solo, visto che spesso vengono portate a termine pure operazioni di lubrificazione dei vari meccanismi dell’ascensore. Nel secondo caso, l’intervento ha come fine ultimo quello di verificare integrità e funzionamento di tutte quelle parti che vanno a garantire la sicurezza dell’impianto.

Le regole da seguire nella manutenzione degli ascensori

Per fare in modo di preservare sempre al massimo due aspetti importanti come la sicurezza e il buon funzionamento di questi impianti, è chiaro come sia fondamentale rispettare delle semplici, ma importantissimi regole.

Ad esempio, all’interno degli edifici di natura condominiale, ecco la figura che detiene la responsabilità della sicurezza degli ascensori, così come colui a cui spetta svolgere i controlli periodici che riguarda tali impianti, deve corrispondere all’amministratore di condominio. I condomini hanno ovviamente la possibilità di controllare in ogni momento lo svolgimento corretto di tali attività di manutenzione.

Come dicevamo in precedenza, l’attività di manutenzione ordinaria deve essere portata a termine con una cadenza pari a due volte all’anno, ogni semestre. Invece, con una cadenza biennale, ecco che l’ascensore deve essere sottoposto a una speciale verifica, il cui compito ricade sulle spalle dell’ASL oppure svolta da parte di una società di certificazione che ha ricevuto apposita abilitazione per eseguire tale mansione.

Tutti i vari controlli e verifiche periodiche che sono state portate a termine, devono essere necessariamente segnate e rilevate sul libretto di impianto. In caso contrario, devono comunque risultare all’interno di specifiche certificazioni.

Qualora i vari documenti che si riferiscono all’impianto di ascensione, per qualsivoglia ragione, dovessero essere andati persi, ecco che ci sono alcuni aspetti da tenere ancora più a mente. Ad esempio, in ambito condominiale, per essere sicuri che l’ascensore che usate nella vita di tutti i giorni venga sottoposto in modo corretto alle varie attività di manutenzione, si può fare richiesta di verificare i bilanci annuali, in modo tale da capire se ci sono le relative voci di spesa o meno.

Manutenzione ordinaria e straordinaria ascensori: tutti gli aspetti a cui prestare attenzione

Manutenzione ordinaria e straordinaria ascensori: tutti gli aspetti a cui prestare attenzione

Tutti quegli impianti che hanno una mobilità verticale e sono dotati di un sistema di ascensione presentano un aspetto piuttosto problematico, che va studiato e tenuto sempre in grande considerazione. Si tratta, come si può facilmente intuire, della manutenzione, una tematica davvero molto importante per poter garantire sempre un corretto funzionamento di tali impianti.

Come si può facilmente intuire, gli ascensori sono degli impianti che vengono usati dalle persone davvero molto di frequente. È sufficiente pensare, ad esempio, all’interno di un condominio, dove c’è un ascensore condominiale, per l’appunto, che viene usato con frequenza quotidiana da parte di chi abita nel palazzo.

Ecco spiegato il motivo per cui entra in gioco un aspetto fondamentale come la manutenzione. Per poter garantire, infatti, un funzionamento sempre corretto e per poter tutelare, al contempo, il più possibile la sicurezza delle persone che ogni giorno usano l’ascensore, la cosa migliore da fare è affidare la manutenzione dell’ascensore solamente a una ditta specializzata. Per tutti coloro che abitano in Toscana, nello specifico nella zona di Firenze e Pisa, Vendra è indubbiamente una delle soluzioni migliori, dal momento che riesce a unire affidabilità nell’installazione e manutenzione di vari sistemi di ascensione, ma anche una notevole esperienza, lavorando da diversi anni in questo settore.

Cosa dicono le norme di legge

La manutenzione degli ascensori, come detto, rappresenta un aspetto particolarmente delicato, e bisogna seguire molto bene quanto previste dalle norme di legge. Infatti, a riguardo di tale tema, le previsioni a cui fare riferimento sono contenute nel DPR 162 del 1999. Scendendo ancora di più nello specifico, ecco che l’articolo 15 rappresenta una norma fondamentale.

Infatti, quest’ultimo articolo prevede come ci sia l’obbligo di dare in affidamento i vari lavori di manutenzione a una ditta specializzata. Altrimenti, ci si deve comunque rivolgere a tutti coloro che hanno ottenuto un apposito certificato di abilitazione, che permette quindi di svolgere tutte le attività di manutenzione e gli altri interventi che si possono rendere necessari da effettuare sull’ascensore.

Tutto questo vuol dire semplicemente che anche chi ha una certa esperienza nei lavori manuali, dovrà rispettare assolutamente le previsioni di legge, evitando di mettersi in proprio, ma affidandosi solo ed esclusivamente a tecnici che sono hanno competenze e una specializzazione tale da poter svolgere questo tipo di interventi sugli ascensori.

Cosa è previsto nella manutenzione di un ascensore

In relazione a quanto previsto proprio dal DPR 162 del 1999, bisogna mettere in evidenza come siano essenzialmente due le tipologie di manutenzione che si devono svolgere. La prima corrisponde alla manutenzione che ha carattere preventivo. Si tratta di una serie di interventi che devono essere portati a termine da parte del manutentore per fare in modo di verificare che tutte le principali componenti dell’ascensore funzionino in maniera corretta.

Nello specifico, le attività di manutenzione preventiva vanno a focalizzarsi in modo particolare sulle porte dei diversi piani, ma anche alle condizioni, soprattutto in riferimento all’usura, in cui si trovano le corde, ma anche le serrature e via dicendo. Nel corso di tale fase, tra i compiti di chi effettua l’operazione di manutenzione, troviamo anche lo svolgimento di attività di pulizia e lubrificazione di tutte le diverse componenti.

La seconda fase è, invece, rappresentata è invece legata alla manutenzione che ha come fine quello di controllare l’efficienza e l’integrità di tutti i diversi componenti, così come i sistemi che vanno a determinare la sicurezza di un ascensore. Il riferimento, come si può facilmente intuire, è alle funi, al paracadute e così via. Questi interventi vanno portati a termine con cadenza semestrale, mentre in riferimento alla manutenzione preventiva non ci sono termini minimi da rispettare. 

Manutenzione ascensore: cosa prevede la legge

Manutenzione ascensore: cosa prevede la legge

L’ascensore è diventato, col passare del tempo, un mezzo sempre più presente nella vita di ciascuno di noi: tra casa, centri commerciali, uffici o strutture pubbliche, la maggior parte delle persone lo utilizza con cadenza quotidiana. In alcuni casi, come ad esempio per le persone anziane o disabili, rappresenta uno strumento indispensabile per poter vivere serenamente la propria quotidianità.

Date le molteplici funzioni che è in grado di svolgere, è assolutamente indispensabile procedere ad una manutenzione dell’ascensore costante, al fine che lo stesso sia sempre efficiente e venga utilizzato da tutte le persone con la massima sicurezza: un cattivo mantenimento dell’impianto, infatti, rischia di creare situazioni spiacevoli che, come la cronaca ci insegna, possono sfociare in tragedie.

A chi affidarsi per le opere manutentive dell’ascensore

L’adeguamento degli ascensori alle leggi che, mano a mano, vengono emesse, è assolutamente centrale. Ed i professionisti del settore, ne sono ben consci. Nel nostro paese, oltretutto, esistono svariati impianti piuttosto vetusti, che richiedono una manutenzione costante dell’impianto.

Negli ultimi tempi, grazie anche ad alcune agevolazioni fiscali inerenti al settore ascensoristico, un numero elevato di persone sta ricorrendo ad interventi di modernizzazione come, ad esempio, quello relativo alle porte automatiche. Momenti in cui l’ascensore, grazie ad opere mirate, può diventare ulteriormente efficiente e, soprattutto, sicuro.

Ma indipendentemente dal fatto che l’ascensore abbia avuto un recente restyling, piuttosto che sia vetusto o di nuova installazione, un tema, più di altri, resta centrale e di rilevante importanza: la manutenzione. Un’operazione estremamente importante, che deve essere eseguita da professionisti qualificati ed esperti: affidarsi alla manutenzione ascensori periodica GP Elevatori, ad esempio, è il regalo più bello che possiamo fare alla nostra sicurezza e a quella di tutti i soggetti che utilizzano quel determinato ascensore.

La domanda centrale che, a ragion veduta, tanti si pongono, è quando procedere alla manutenzione del proprio ascensore. Esistono, in tal senso, due tipologie di manutenzione differenti tra loro, come disciplinato dall’articolo 15 del DPR 162/99: manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria.

Quali sono le opere manutentive da eseguire

L’attività ordinaria di controllo, si snoda, essenzialmente, in due fasi. La prima si pone lo scopo preventivo di verificare il corretto funzionamento di tutte le componenti presenti nell’ascensore, come porte, serrature e funi, oltre a svolgere la pulizia e lubrificazione dell’impianto in tutto il suo complesso.

Molto più complessa ed articolata, invece, è la seconda fase, che si verifica, per quanto ovvio, in un momento postumo rispetto alla prima attività ordinaria di controllo. In questa circostanza, infatti, il manutentore dovrà verificare che tutti i dispositivi ed i componenti di sicurezza siano integri ed efficienti. La manutenzione ordinaria deve essere obbligatoriamente eseguita almeno due volte all’anno, prediligendo la cadenza semestrale

Quella straordinaria, come facilmente intuibile dalla parola stessa, si verifica quando la ditta appaltatrice interviene, tempestivamente, per far fronte alla sostituzione o riparazione delle parti logore dell’ascensore, come previsto, anche in questa circostanza, dall’articolo 15 del DPR 162/99. In questo caso, tuttavia, esistono obblighi da ambo i lati: manutentore ed utilizzatori dell’ascensore.

A quest’ultimi, infatti, spetta l’obbligo di avvisare l’azienda manutentrice qualora il mezzo manifestasse alcuni problemi. Non segnalare celermente il malfunzionamento, infatti, espone il conduttore a dei seri rischi, con possibili sanzioni pecuniarie, o ancor più gravi, nel caso in cui non fosse stato data tempestiva informazione del problema all’azienda manutentrice.

E’ inoltre assolutamente vietato non affidarsi a personale qualificato, che disponga di tutte le autorizzazioni del caso, e provvedere al cosiddetto “fai da te”, cercando di sistemare i malfunzionamenti autonomamente o conferendo l’incarico della sistemazione a soggetti non riconosciuti dalla legge: in questo caso, le sanzioni si inaspriscono ulteriormente.

Manutenzione ascensori, ecco cosa dice la normativa

Manutenzione ascensori, ecco cosa dice la normativa

Quando si parla di sicurezza in ambito condominiale, bisogna mettere in evidenza come ci sia una struttura più importante di tutte le altre, ovvero l’ascensore, che serve a muoversi tra i vari piani. La normativa italiana disciplina tutto quello che riguarda questi impianti, prevedendo regole ben determinate per tutti coloro che ne sono proprietari.

In tal senso, è abbastanza facile intuire come la manutenzione degli ascensori rappresenti un’attività degna di nota in ogni tipo di stabile e di strutturare. Sia nei condomini che nelle case private, senza dimenticare ovviamente in tutti gli edifici pubblici, a partire dalle scuole, passando inevitabilmente per i centri commerciali, le aziende e gli uffici.

Ecco spiegato il motivo, quindi, per cui la manutenzione ascensori periodica è di vitale importanza, ed è necessario fare affidamento solo ed esclusivamente ad aziende che operano in questo settore da parecchi anni, come nel caso di GP Elevatori, che svolge attività di manutenzione in modo preciso e responsabile, garantendo un alto livello di competenze e di qualità in ogni intervento che deve essere effettuato.

Cosa è previsto dalla normativa

La normativa di riferimento, in fatto di ascensori, è legata al DpR numero 162 del 1999. Si tratta di una legge che va seguito tutte quelle volte in cui si parla non solo di ascensori, ma anche di montacarichi, così come delle varie attività di manutenzione che è necessario portate a termine.

All’interno di questo decreto del Presidente della Repubblica, sono presenti tutte quelle regole che si riferiscono non solo ai costruttori, ma anche ai distributori di questi impianti, così come ai proprietari e agli installatori.

Ad esempio, l’articolo 13 è quello legato alle verifiche periodiche e mette in chiaro fin da subito quali sono gli obblighi e le responsabilità in capo non solo al proprietario dello stabile, ma anche al suo legale rappresentante. Basti pensare all’ambito condominiale, in cui la figura che risponde di tutti questi obblighi corrisponde all’amministratore di condominio.

Proprietario dell’impianto o altre figure, sono obbligate a programmare delle specifiche attività di manutenzione dell’impianto che è stato installato. Non solo, dato che le verifiche periodiche vanno svolte con una cadenza pari a due anni. Mentre le attività di verifica straordinaria, che sono disciplinate dall’articolo 14, devono essere autorizzate da parte del competente ufficio comunale, che deve altresì provvedere a disporre il fermo dell’impianto stesso, fino al momento in cui la verifica straordinaria non dà esito positivo.

I vari tipi di manutenzione

Sono essenzialmente due le tipologie di manutenzione che vengono richieste dalla normativa a chi si occupa di svolgere tali attività. In primo luogo, si tratta delle visite di manutenzione preventiva, che hanno come scopo principale quello di tenere sotto controllo che l’impianto funzioni sempre in modo corretto, nello specifico prestando attenzione allo stato di conservazione delle componenti più importanti all’interno dell’ascensore.

Scendendo ancora un po’ di più nei particolari, si può notare come sia soprattutto le porte dei piani e le serrature a dover essere controllate più di frequente. Non solo, dato che bisogna osservare anche lo stato in cui si trovano le funi, così come portare a termine le usuali attività di pulizia e lubrificazione delle diverse componenti.

La seconda tipologie di visite riguarda il fatto di andare a controllare che ogni dispositivo e componente che si trovano all’interno dell’impianto sia integro ed efficiente. Si tratta di aspetti che sono strettamente correlati alla sicurezza dell’ascensore, come ad esempio le funi, il paracadute della cabina, così come i vari sistemi di allarme che sono stati installati. Inoltre, se per la verifica dell’integrità e dell’efficienza delle componenti la legge prevede una cadenza di intervento pari a sei mesi, per le altre visite di manutenzione preventiva non viene indicata una tempistica da rispettare.