Come saldare l’alluminio: passaggi da seguire nel dettaglio

Come saldare l’alluminio: passaggi da seguire nel dettaglio

La saldatura dell’alluminio non è assolutamente semplice da realizzare, dal momento che dovranno essere presi in considerazione, nello specifico, diversi dettami che permettono di comprendere tutto ciò che c’è da sapere a proposito di come trattare questo particolare e difficile metallo. L’alluminio, in effetti, è un metallo tutt’altro che semplice da trattare e, per questo motivo, molto spesso ci si serve di professionisti come un fabbro a Firenze o presente in altre realtà italiane per riuscire a ottenere una saldatura nel migliore dei modi, che sia comprensiva di una serie di passaggi che permetteranno di effettuare questo lavoro in modo pressoché ottimale. Tantissime persone vorrebbero scoprire, tuttavia, tutto ciò che c’è da sapere a proposito di come realizzare una saldatura fai da te, così da risolvere le proprie problematiche in modo efficace.

Effettuare una saldatura dell’alluminio: consigli da seguire per realizzarla

Al fine di comprendere tutto ciò che c’è da sapere relativamente a come effettuare una saldatura dell’alluminio nel migliore dei modi, soprattutto se il metodo utilizzato è quello del fai da te, bisognerà conoscere, effettivamente, le caratteristiche fisiche del metallo che sarà preso in esame per il proprio lavoro di saldatura. L’alluminio presenta un aspetto lucido, che sarà assicurato durante tutta la fase di saldatura. Fondere questo metallo è possibile a partire da una temperatura di 500 gradi, fino a poco meno di 700 gradi centigradi; se, generalmente, la temperatura basica per fondere un metallo come l’alluminio è quella sopracitata, bisogna anche considerare il fatto che l’alluminio fonde oltre i 2500 gradi, per quanto il processo di saldatura avvenga attraverso una pulizia dell’alluminio

Ciò significa che, per effettuare la saldatura dell’alluminio, occorre servirsi di alcuni strumenti nello specifico, come i seguenti:

  • spazzola con fili di inox;
  • mola con dischi lamellari;
  • acetone o alcool puro;

Sulla base degli strumenti precedentemente presi in considerazione, bisognerà dapprima eliminare l’ossido dall’alluminio servendosi di una spazzola o di un disco lamellare, per poi sgrassare il metallo in questione con acetone o alcool; è importante non utilizzare il diluente per vernici dal momento che questo stesso lascerà dei residui oleosi, che non assicureranno la pulizia ottimale dell’alluminio.

Il lavoro di saldatura dell’alluminio: ultimi passaggi da seguire

Dopo aver considerato tutto ciò che c’è da sapere a proposito delle informazioni preliminari da sottolineare relativamente a una pulizia dell’alluminio e alla saldatura dello stesso, si potrà scendere nello specifico dell’azione che dovrà essere realizzata. L’alluminio è un ottimo conduttore di calore, dunque bisognerà scaldare il pezzo di alluminio prima di iniziare con la fase di saldatura, portando lo stesso a una temperatura di almeno 70 gradi, con una fiamma a propano.  

Ovviamente, per quanto sia assolutamente intuitivo, è più che semplicemente sconsigliato scaldare l’alluminio all’interno di un forno di casa, dal momento chi si correrebbero dei seri rischi sotto questo punto di vista; dopo aver considerato quest’ultima dinamica, per effettuare la saldatura, bisognerà servirsi degli accessori giusti per effettuare una saldatura ottimale, come una guaina per la torcia, punte guidafilo e rulli. Il gas di cui ci si dovrà servire, invece, è l’argon, considerato come inerte e dunque incapace di reagire con un metallo.

La scelta del gas in questione è fondamentale, dunque bisognerà agire nel migliore dei modi sotto questo punto di vista facendosi bene consigliare da un rivenditore e non essendo frettolosi con la propria scelta. A questo punto, non resterà altro che seguire i passaggi decisivi per la saldatura dell’alluminio, servendosi degli strumenti predisposti alla realizzazione di questo lavoro. Per un lavoro di saldatura vero e proprio, naturalmente, è richiesto l’intervento di un professionista per mettere a punto il proprio obiettivo senza correre inutili rischi. 

Consigli per la scelta di un tappeto

Consigli per la scelta di un tappeto

È spesso uno degli elementi che riescono a rivoluzionare l’estetica di un intero ambiente. Stiamo parlando del tappeto, uno di quegli elementi d’arredo che è sempre molto complicato scegliere, dal momento che ci sono numerose variabili in gioco. Si va dalla dimensione corretta fino ad arrivare al colore più adatto alle proprie esigenze, senza dimenticare l’ambiente in cui deve essere inserito.

La scelta di un tappeto è molto importante e, nella maggior parte dei casi, deve seguire inevitabilmente le proprie preferenze. L’obiettivo, in fondo, è quello di dare maggiore carattere personalità a un determinato ambiente o ad una specifica camera. Possono cambiare le proprie esigenze, ma in realtà i designer d’interni sono d’accordo su un punto: il tappeto rappresenta un vero e proprio investimento, che offre la possibilità di garantire quel tocco di colore, ma anche di calore, in più in zone ben specifiche all’interno di un’abitazione.

La scelta di un tappeto e le abitudini di casa

Il primo passo che si deve compiere è quello di domandarsi il motivo per cui si ha intenzione di comprare un tappeto. L’intento è semplicemente quello di riempire un determinato spazio, ma si può cercare anche di aumentare il comfort di un pavimento che, di solito, è molto freddo piuttosto che realizzato in legno. Ecco spiegato il motivo per cui uno degli aspetti da valutare con maggiore attenzione è il tappeto metraggio, in modo tale da capire nel dettaglio quale debba essere la superficie effettivamente da coprire.

In questi casi, ecco che il tappeto rappresenta una valida alternativa per lo sviluppo di un’atmosfera molto più confortevole e calda, ma anche pratica, visto che riesce a integrare non solo eleganza e lusso, ma anche una diffusa sensazione di benessere e di morbidezza.

Prima di provvedere all’acquisto di un tappeto, la cosa migliore da fare è quella di valutare con la massima attenzione tutti i vari aspetti e vantaggi pratici del possederne uno in casa. Come qualsiasi altro elemento d’arredo, anche il tappeto dovrà inevitabilmente allinearsi rispetto allo stile che è presente nella vostra abitazione.

Il discorso, un po’ più in generale, è quello di mettere in conto che il tappeto dovrà essere curato e pulito in maniera adeguata. Quindi, ci sarà da mettere in conto tutte quelle problematiche che si riferiscono all’usura, così come ci sarà da combattere contro le macchie, ma anche da valutare la presenza di bambini e animali domestici, con tutto quello che ne può conseguire. Una volta ragionato su tutti questi aspetti, ecco che si può provare a orientare la propria scelta sui materiali e sulle fantasie più adatte per il proprio tappeto.

La stanza dove va inserito, dimensioni e proporzioni

Come detto, la scelta del tappeto da acquistare va fatta soprattutto in base all’ambiente o alla stanza in cui deve essere inserito. Sono molto belli i tappeti di notevoli dimensioni, che vanno a ricoprire quasi tutta la superficie di camera, ma è importante mettere in evidenza come la funzione di un simile elemento non deve essere prioritariamente quella di ricoprire un brutto pavimento.

Per raggiungere un ottimo impatto dal punto di vista estetico, la cosa migliore da fare è quella di controllare e valutare sempre con la massima cura e precisione le proporzioni, provando a collocare i vari mobili, in modo particolare quando si tratta di letti, ma anche divani e tavoli, sempre sul tappeto e mai su bordi, dove potrebbero cadere per via di un equilibrio decisamente sottile. Di solito, si consiglia di optare per un tappeto caratterizzato da una larghezza superiore di almeno 20 centimetri in confronto ai mobili che sono collocati al di sopra. 

Acquistare casa sul lago di Garda, pro e contro

Acquistare casa sul lago di Garda, pro e contro

Acquistare una abitazione sul lago di Garda è il sogno di molte persone. Panorami da sogno, una proposta enogastronomici di primo ordine e la possibilità di “vivere in vacanza” in ogni momento dell’anno. Vediamo quali sono i pro e i contro di questa scelta.

Acquistare una casa è sempre un passo importante, in particolare se ci si deve trasferire da lontano. Non sempre si conosce alla perfezione la zona dove ci si vuole trasferire o si vuole prendere una abitazione per una vacanza. Il lago di Garda è diventata sempre più una meta ricercata dalle persone che amano vivere all’aperto e vogliono trascorrere le loro giornate godendo delle bellezze che la natura può offrire.

Come ci confermano i dirigenti di Agrim agenzia immobiliare, una realtà con sede a Desenzano del Garda e che si occupa di intermediazione immobiliare, il numero di persone interessate ad acquistare un’abitazione in questa zona sono sempre maggiori. La bellezza dei paesaggi, la conformazione del territorio e l’offerta di divertimenti crea un mix davvero perfetto e ideale per chi vi si vuole trasferire in pianta stabile.

Vediamo più in dettaglio quali sono i punti a favore e sfavore di questa scelta.

Vantaggi nell’acquistare un’abitazione sul lago di Garda

Un territorio ricco di storia e cultura. L’Italia è una nazione ricca di storia e cultura, e il lago di Garda non è certamente carente in questa caratteristica. Monumenti di rara bellezza, borghi dalla storia millenaria e una selezione di musei che vi accompagneranno alla scoperta del suo passato. Abitare sul lago di Garda, è come vivere all’interno di un vero e proprio museo diffuso.

Panorami da sogno in ogni momento dell’anno. Vivere sul lago di Garda e amare camminare è un connubio perfetto. In ogni momento dell’anno il mutare dei colori della vegetazione e quindi del panorama, rendono sempre nuovo perdere lo sguardo nella

Immobili che incrementano il loro valore di anno in anno. Così come succede per molte località turistiche in tutto il mondo, anche le abitazione sul lago di Garda vedono incrementare il loro valore con il passare del tempo. Questo, in particolare se la loro posizione è fronte lago o gode di un particolare vista. Scegliendo con cura dove acquistare la propria abitazione, senza fretta e aspettando l’occasione giusta, si potrà essere sicuri che il proprio investimento si rivaluterà nel corso del tempo. Un punto a favore decisamente da prendere in considerazione al momento dell’acquisto di una abitazione sul lago di Garda.

Svantaggi nell’acquistare un’abitazione sul lago di Garda

Difficoltà nello spostarsi nel periodo estivo. Così come succede in molte località turistiche in tutto il mondo, anche nel lago di Garda durante la stagione estiva si possono avere dei problemi di traffico e di problemi nello spostarsi con i propri mezzi. La presenza di una sola via di transito – la Gardesana – purtroppo può portare a delle code e dei continui rallentamenti.

Alto prezzo di acquisto al metro quadro. Maggiore è la richiesta di abitazioni in una determinata zona, maggiore sarà il loro prezzo al metro quadro. Il lago di Garda è una zona dove le abitazioni non sono prettamente economiche, ma è bene ricordare che nel corso degli anni si potrà avere un incremento del valore del proprio immobile. Un fattore che è bene prendere in considerazione.

Come si è potuto vedere, i vantaggi superano di gran lunga gli svantaggi nell’eseguire un’operazione di acquisto immobiliare in questa zona turistica. I borghi che costellano le rive del lago di Garda sono molti, e molti offrono una serie di caratteristiche proprie che li rendono estremamente differenti gli uni dagli altri. Non sempre è semplice scegliere dove trasferirsi, ma potete essere sicuri che la scelta di dimorare lungo le sponde di questo placido bacino di acqua dolce è sicuramente un’ottima soluzione sotto molti punti di vista.

Ascensori: quando si deve intervenire con la manutenzione

Ascensori: quando si deve intervenire con la manutenzione

Nel corso degli ultimi tempi, si sente spesso e volentieri parlare di manutenzione degli ascensori, ma poi all’atto pratico in pochi sanno di cosa si tratta. Uno degli aspetti principali da mettere in evidenza è certamente legato al fatto che la sicurezza, sia all’interno di un condominio che di un’abitazione privato deve essere in cima alla lista delle priorità.

Ecco spiegata la ragione per cui è fondamentale accertarsi che tutti i vari impianti che sono presenti all’interno dell’edificio funzionino nel migliore dei modi. Di conseguenza, ecco che anche un impianto fondamentale per abbattere le barriere architettoniche come l’ascensore, non può che essere oggetto di appositi e specifici controlli e verifiche.

Affidarsi solo ad aziende specializzate

Uno dei consigli più importanti da seguire per quanto riguarda le varie attività di manutenzione è quella di fare affidamento solo ed esclusivamente ad aziende che operano in modo certificato e con specifica abilitazione.

In tal senso, ecco che Arno Manetti è sicuramente una delle aziende che operano da più tempo e con successo in questo settore, garantendo un alto livello di affidabilità, qualità e precisione in ogni tipo di intervento. Non solo, dal momento che vengono svolte attività di manutenzione di impianti di ogni tipo di marca, ma anche delle vere e proprie ristrutturazioni, parziali o complete, piuttosto che di servizi di assistenza specifici per soddisfare al meglio le esigenze della clientela.

Gli interventi di manutenzione

Le visite di manutenzione che vengono portate a termine da parte di ditte specializzate e abilitate possono essere di due tipologie. Si può trattare di visite di manutenzione preventiva oppure delle visite approfondite. Nel primo caso, l’obiettivo è quello di tenere sempre sotto controllo il funzionamento normale dell’impianto. Nello specifico, si andrà a controllare lo stato di funzionamento che riguarda le porte dei piani, così come le porte di cabina, piuttosto che lo stato delle funi. Non solo, visto che spesso vengono portate a termine pure operazioni di lubrificazione dei vari meccanismi dell’ascensore. Nel secondo caso, l’intervento ha come fine ultimo quello di verificare integrità e funzionamento di tutte quelle parti che vanno a garantire la sicurezza dell’impianto.

Le regole da seguire nella manutenzione degli ascensori

Per fare in modo di preservare sempre al massimo due aspetti importanti come la sicurezza e il buon funzionamento di questi impianti, è chiaro come sia fondamentale rispettare delle semplici, ma importantissimi regole.

Ad esempio, all’interno degli edifici di natura condominiale, ecco la figura che detiene la responsabilità della sicurezza degli ascensori, così come colui a cui spetta svolgere i controlli periodici che riguarda tali impianti, deve corrispondere all’amministratore di condominio. I condomini hanno ovviamente la possibilità di controllare in ogni momento lo svolgimento corretto di tali attività di manutenzione.

Come dicevamo in precedenza, l’attività di manutenzione ordinaria deve essere portata a termine con una cadenza pari a due volte all’anno, ogni semestre. Invece, con una cadenza biennale, ecco che l’ascensore deve essere sottoposto a una speciale verifica, il cui compito ricade sulle spalle dell’ASL oppure svolta da parte di una società di certificazione che ha ricevuto apposita abilitazione per eseguire tale mansione.

Tutti i vari controlli e verifiche periodiche che sono state portate a termine, devono essere necessariamente segnate e rilevate sul libretto di impianto. In caso contrario, devono comunque risultare all’interno di specifiche certificazioni.

Qualora i vari documenti che si riferiscono all’impianto di ascensione, per qualsivoglia ragione, dovessero essere andati persi, ecco che ci sono alcuni aspetti da tenere ancora più a mente. Ad esempio, in ambito condominiale, per essere sicuri che l’ascensore che usate nella vita di tutti i giorni venga sottoposto in modo corretto alle varie attività di manutenzione, si può fare richiesta di verificare i bilanci annuali, in modo tale da capire se ci sono le relative voci di spesa o meno.

Come restaurare un mobile da soli

Come restaurare un mobile da soli

Per chi ama gli stili di arredamento più classici, trovare il giusto pezzo per arredare una stanza può essere un vero e proprio tormento. Spesso, infatti, per avere i mobili che si stanno cercando occorre controllare decine e decine di negozi di antiquariato, soltanto per scoprire poi che il mobile desiderato ha un problema causato dall’usura o dalle cattive condizioni in cui era conservato ed ha bisogno di un costoso processo di restaurazione. Se non si vuole rinunciare al mobile a causa del prezzo troppo alto, si può provare, con un po’ di iniziativa, molta pazienza e tanto coraggio, ad apprendere l’arte del restauro e a riportare alla vita il proprio mobile da soli.

Restaurare dei mobili con il fai da te non è semplice, e richiede diverse competenze. Spesso, infatti, i vecchi mobili hanno delle componenti che vanno completamente sostituite, come ad esempio le serrature dei cassetti: se non ti senti a tuo agio con l’idea di installare da solo una componente o non trovi dei tutorial specifici a riguardo, puoi sempre metterti in contatto con un fabbro per serrature per farti mostrare il procedimento in ogni dettaglio, così da poterlo ripetere in seguito.

Imparare come restaurare un mobile da soli può essere molto utile per chi ama occuparsi dell’arredamento della propria casa: una volta imparata questa magnifica arte, infatti, si potranno acquistare dei mobili che prima, a causa delle loro condizioni, non si sarebbero nemmeno considerati. Inoltre, il restauro può diventare un fantastico hobby, può tornare utile nella manutenzione dei propri mobili di casa e, perché no, può anche essere la base per costruire una propria attività commerciale. Per imparare e migliorare, naturalmente, si consiglia di esercitarsi molti su mobili poco preziosi e di non avere vergogna a contattare dei professionisti nel caso non ci si senta sicuri su cosa fare.

Restauro di un mobile antico: da dove iniziare

il restauro è un lavoro che richiede tempo, pazienza e anche una certa dedizione. A seconda delle condizioni in cui versa il mobile che si intende restaurare, i risultati possono arrivare dopo molto tempo e non essere esattamente all’altezza delle proprie aspettative. Ma, con le giuste tecniche e tanta pazienza, è possibile far tornare alla vita pezzi di arredamento che potrebbero sembrare da buttare via. Ma da dove iniziare il restauro di un mobile antico?

Come prima cosa, occorre smontare il mobile e separare tutte le parti di metallo per verificarne il corretto funzionamento ed effettuare un’accurata pulizia. Occorre prestare molta attenzione ai prodotti che si usano per pulire i metalli: utilizzare quelli specifici è sempre meglio. Se alcuni pezzi sono rotti, bisogna comunque conservarli per cercare dei sostituti adeguati. Dopo aver finito queste operazioni, ci si dovrà occupare del lavaggio del mobile e della ricerca dei danni. Se il mobile che state restaurando è di legno, si consiglia di fare molta attenzione durante questo procedimento: se il legno assorbe troppa umidità potrebbe gonfiarsi, deformarsi e addirittura marcire.

Una volta che il mobile sarà asciutto, si potrà passare alle vere e proprie operazioni di restauro: lo scrostamento della vernice precedente e la riparazione dei danni. Fatto questo, se il mobile è di legno, occorrerà un’operazione di carteggiatura ed un nuovo lavaggio.

Come dare nuova vita ad un mobile antico

Se la vostra intenzione era quella di restaurare il mobile per riportarlo alle proprie condizioni originarie, allora a questo punto vi basterà utilizzare tutti i prodotti necessari per farlo tornare al suo aspetto originale. Ma non è detto che non si possano apportare dei cambiamenti e dare sfogo alla propria creatività. Ci sono diverse tecniche e modifiche che potrete apportare una volta che il vostro mobile sarà pronto ad essere nuovamente riverniciato e rifinito con i corretti prodotti. Non abbiate paura di sperimentare e di dare un aspetto nuovo al vostro piccolo capolavoro.

Manutenzione ordinaria e straordinaria ascensori: tutti gli aspetti a cui prestare attenzione

Manutenzione ordinaria e straordinaria ascensori: tutti gli aspetti a cui prestare attenzione

Tutti quegli impianti che hanno una mobilità verticale e sono dotati di un sistema di ascensione presentano un aspetto piuttosto problematico, che va studiato e tenuto sempre in grande considerazione. Si tratta, come si può facilmente intuire, della manutenzione, una tematica davvero molto importante per poter garantire sempre un corretto funzionamento di tali impianti.

Come si può facilmente intuire, gli ascensori sono degli impianti che vengono usati dalle persone davvero molto di frequente. È sufficiente pensare, ad esempio, all’interno di un condominio, dove c’è un ascensore condominiale, per l’appunto, che viene usato con frequenza quotidiana da parte di chi abita nel palazzo.

Ecco spiegato il motivo per cui entra in gioco un aspetto fondamentale come la manutenzione. Per poter garantire, infatti, un funzionamento sempre corretto e per poter tutelare, al contempo, il più possibile la sicurezza delle persone che ogni giorno usano l’ascensore, la cosa migliore da fare è affidare la manutenzione dell’ascensore solamente a una ditta specializzata. Per tutti coloro che abitano in Toscana, nello specifico nella zona di Firenze e Pisa, Vendra è indubbiamente una delle soluzioni migliori, dal momento che riesce a unire affidabilità nell’installazione e manutenzione di vari sistemi di ascensione, ma anche una notevole esperienza, lavorando da diversi anni in questo settore.

Cosa dicono le norme di legge

La manutenzione degli ascensori, come detto, rappresenta un aspetto particolarmente delicato, e bisogna seguire molto bene quanto previste dalle norme di legge. Infatti, a riguardo di tale tema, le previsioni a cui fare riferimento sono contenute nel DPR 162 del 1999. Scendendo ancora di più nello specifico, ecco che l’articolo 15 rappresenta una norma fondamentale.

Infatti, quest’ultimo articolo prevede come ci sia l’obbligo di dare in affidamento i vari lavori di manutenzione a una ditta specializzata. Altrimenti, ci si deve comunque rivolgere a tutti coloro che hanno ottenuto un apposito certificato di abilitazione, che permette quindi di svolgere tutte le attività di manutenzione e gli altri interventi che si possono rendere necessari da effettuare sull’ascensore.

Tutto questo vuol dire semplicemente che anche chi ha una certa esperienza nei lavori manuali, dovrà rispettare assolutamente le previsioni di legge, evitando di mettersi in proprio, ma affidandosi solo ed esclusivamente a tecnici che sono hanno competenze e una specializzazione tale da poter svolgere questo tipo di interventi sugli ascensori.

Cosa è previsto nella manutenzione di un ascensore

In relazione a quanto previsto proprio dal DPR 162 del 1999, bisogna mettere in evidenza come siano essenzialmente due le tipologie di manutenzione che si devono svolgere. La prima corrisponde alla manutenzione che ha carattere preventivo. Si tratta di una serie di interventi che devono essere portati a termine da parte del manutentore per fare in modo di verificare che tutte le principali componenti dell’ascensore funzionino in maniera corretta.

Nello specifico, le attività di manutenzione preventiva vanno a focalizzarsi in modo particolare sulle porte dei diversi piani, ma anche alle condizioni, soprattutto in riferimento all’usura, in cui si trovano le corde, ma anche le serrature e via dicendo. Nel corso di tale fase, tra i compiti di chi effettua l’operazione di manutenzione, troviamo anche lo svolgimento di attività di pulizia e lubrificazione di tutte le diverse componenti.

La seconda fase è, invece, rappresentata è invece legata alla manutenzione che ha come fine quello di controllare l’efficienza e l’integrità di tutti i diversi componenti, così come i sistemi che vanno a determinare la sicurezza di un ascensore. Il riferimento, come si può facilmente intuire, è alle funi, al paracadute e così via. Questi interventi vanno portati a termine con cadenza semestrale, mentre in riferimento alla manutenzione preventiva non ci sono termini minimi da rispettare. 

Manutenzione ascensore: cosa prevede la legge

Manutenzione ascensore: cosa prevede la legge

L’ascensore è diventato, col passare del tempo, un mezzo sempre più presente nella vita di ciascuno di noi: tra casa, centri commerciali, uffici o strutture pubbliche, la maggior parte delle persone lo utilizza con cadenza quotidiana. In alcuni casi, come ad esempio per le persone anziane o disabili, rappresenta uno strumento indispensabile per poter vivere serenamente la propria quotidianità.

Date le molteplici funzioni che è in grado di svolgere, è assolutamente indispensabile procedere ad una manutenzione dell’ascensore costante, al fine che lo stesso sia sempre efficiente e venga utilizzato da tutte le persone con la massima sicurezza: un cattivo mantenimento dell’impianto, infatti, rischia di creare situazioni spiacevoli che, come la cronaca ci insegna, possono sfociare in tragedie.

A chi affidarsi per le opere manutentive dell’ascensore

L’adeguamento degli ascensori alle leggi che, mano a mano, vengono emesse, è assolutamente centrale. Ed i professionisti del settore, ne sono ben consci. Nel nostro paese, oltretutto, esistono svariati impianti piuttosto vetusti, che richiedono una manutenzione costante dell’impianto.

Negli ultimi tempi, grazie anche ad alcune agevolazioni fiscali inerenti al settore ascensoristico, un numero elevato di persone sta ricorrendo ad interventi di modernizzazione come, ad esempio, quello relativo alle porte automatiche. Momenti in cui l’ascensore, grazie ad opere mirate, può diventare ulteriormente efficiente e, soprattutto, sicuro.

Ma indipendentemente dal fatto che l’ascensore abbia avuto un recente restyling, piuttosto che sia vetusto o di nuova installazione, un tema, più di altri, resta centrale e di rilevante importanza: la manutenzione. Un’operazione estremamente importante, che deve essere eseguita da professionisti qualificati ed esperti: affidarsi alla manutenzione ascensori periodica GP Elevatori, ad esempio, è il regalo più bello che possiamo fare alla nostra sicurezza e a quella di tutti i soggetti che utilizzano quel determinato ascensore.

La domanda centrale che, a ragion veduta, tanti si pongono, è quando procedere alla manutenzione del proprio ascensore. Esistono, in tal senso, due tipologie di manutenzione differenti tra loro, come disciplinato dall’articolo 15 del DPR 162/99: manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria.

Quali sono le opere manutentive da eseguire

L’attività ordinaria di controllo, si snoda, essenzialmente, in due fasi. La prima si pone lo scopo preventivo di verificare il corretto funzionamento di tutte le componenti presenti nell’ascensore, come porte, serrature e funi, oltre a svolgere la pulizia e lubrificazione dell’impianto in tutto il suo complesso.

Molto più complessa ed articolata, invece, è la seconda fase, che si verifica, per quanto ovvio, in un momento postumo rispetto alla prima attività ordinaria di controllo. In questa circostanza, infatti, il manutentore dovrà verificare che tutti i dispositivi ed i componenti di sicurezza siano integri ed efficienti. La manutenzione ordinaria deve essere obbligatoriamente eseguita almeno due volte all’anno, prediligendo la cadenza semestrale

Quella straordinaria, come facilmente intuibile dalla parola stessa, si verifica quando la ditta appaltatrice interviene, tempestivamente, per far fronte alla sostituzione o riparazione delle parti logore dell’ascensore, come previsto, anche in questa circostanza, dall’articolo 15 del DPR 162/99. In questo caso, tuttavia, esistono obblighi da ambo i lati: manutentore ed utilizzatori dell’ascensore.

A quest’ultimi, infatti, spetta l’obbligo di avvisare l’azienda manutentrice qualora il mezzo manifestasse alcuni problemi. Non segnalare celermente il malfunzionamento, infatti, espone il conduttore a dei seri rischi, con possibili sanzioni pecuniarie, o ancor più gravi, nel caso in cui non fosse stato data tempestiva informazione del problema all’azienda manutentrice.

E’ inoltre assolutamente vietato non affidarsi a personale qualificato, che disponga di tutte le autorizzazioni del caso, e provvedere al cosiddetto “fai da te”, cercando di sistemare i malfunzionamenti autonomamente o conferendo l’incarico della sistemazione a soggetti non riconosciuti dalla legge: in questo caso, le sanzioni si inaspriscono ulteriormente.

Manutenzione ascensori, ecco cosa dice la normativa

Manutenzione ascensori, ecco cosa dice la normativa

Quando si parla di sicurezza in ambito condominiale, bisogna mettere in evidenza come ci sia una struttura più importante di tutte le altre, ovvero l’ascensore, che serve a muoversi tra i vari piani. La normativa italiana disciplina tutto quello che riguarda questi impianti, prevedendo regole ben determinate per tutti coloro che ne sono proprietari.

In tal senso, è abbastanza facile intuire come la manutenzione degli ascensori rappresenti un’attività degna di nota in ogni tipo di stabile e di strutturare. Sia nei condomini che nelle case private, senza dimenticare ovviamente in tutti gli edifici pubblici, a partire dalle scuole, passando inevitabilmente per i centri commerciali, le aziende e gli uffici.

Ecco spiegato il motivo, quindi, per cui la manutenzione ascensori periodica è di vitale importanza, ed è necessario fare affidamento solo ed esclusivamente ad aziende che operano in questo settore da parecchi anni, come nel caso di GP Elevatori, che svolge attività di manutenzione in modo preciso e responsabile, garantendo un alto livello di competenze e di qualità in ogni intervento che deve essere effettuato.

Cosa è previsto dalla normativa

La normativa di riferimento, in fatto di ascensori, è legata al DpR numero 162 del 1999. Si tratta di una legge che va seguito tutte quelle volte in cui si parla non solo di ascensori, ma anche di montacarichi, così come delle varie attività di manutenzione che è necessario portate a termine.

All’interno di questo decreto del Presidente della Repubblica, sono presenti tutte quelle regole che si riferiscono non solo ai costruttori, ma anche ai distributori di questi impianti, così come ai proprietari e agli installatori.

Ad esempio, l’articolo 13 è quello legato alle verifiche periodiche e mette in chiaro fin da subito quali sono gli obblighi e le responsabilità in capo non solo al proprietario dello stabile, ma anche al suo legale rappresentante. Basti pensare all’ambito condominiale, in cui la figura che risponde di tutti questi obblighi corrisponde all’amministratore di condominio.

Proprietario dell’impianto o altre figure, sono obbligate a programmare delle specifiche attività di manutenzione dell’impianto che è stato installato. Non solo, dato che le verifiche periodiche vanno svolte con una cadenza pari a due anni. Mentre le attività di verifica straordinaria, che sono disciplinate dall’articolo 14, devono essere autorizzate da parte del competente ufficio comunale, che deve altresì provvedere a disporre il fermo dell’impianto stesso, fino al momento in cui la verifica straordinaria non dà esito positivo.

I vari tipi di manutenzione

Sono essenzialmente due le tipologie di manutenzione che vengono richieste dalla normativa a chi si occupa di svolgere tali attività. In primo luogo, si tratta delle visite di manutenzione preventiva, che hanno come scopo principale quello di tenere sotto controllo che l’impianto funzioni sempre in modo corretto, nello specifico prestando attenzione allo stato di conservazione delle componenti più importanti all’interno dell’ascensore.

Scendendo ancora un po’ di più nei particolari, si può notare come sia soprattutto le porte dei piani e le serrature a dover essere controllate più di frequente. Non solo, dato che bisogna osservare anche lo stato in cui si trovano le funi, così come portare a termine le usuali attività di pulizia e lubrificazione delle diverse componenti.

La seconda tipologie di visite riguarda il fatto di andare a controllare che ogni dispositivo e componente che si trovano all’interno dell’impianto sia integro ed efficiente. Si tratta di aspetti che sono strettamente correlati alla sicurezza dell’ascensore, come ad esempio le funi, il paracadute della cabina, così come i vari sistemi di allarme che sono stati installati. Inoltre, se per la verifica dell’integrità e dell’efficienza delle componenti la legge prevede una cadenza di intervento pari a sei mesi, per le altre visite di manutenzione preventiva non viene indicata una tempistica da rispettare.

Scale di design: come progettarle e sceglierle

Scale di design: come progettarle e sceglierle

Quando si parla di scale non è possibile trovare una soluzione univoca che si adatti ad ogni contesto abitativo. La disponibilità di spazio può variare considerevolmente, così come i gusti del committente. Per queste ragioni quando si pianifica la realizzazione di una nuova scala risulta fondamentale valutare tutte le possibili alternative. Acquisire informazioni è importante per avere le idee chiare sul progetto e per contenere i costi, visto che un cambio di progetto in corso d’opera può avere effetti negativi sul budget previsto.

Di seguito passiamo in rassegna alcune tra le tipologie di scale più richieste dal mercato negli ultimi anni, procedendo dalle più tradizionali alle più moderne. In ogni caso è possibile ottenere uno stile unico ed originale attraverso la personalizzazione di forme, materiali e dettagli costruttivi.

SCALE A GIORNO – Si tratta di scale che permettono la visione della struttura portante. L’esempio classico è quello della scala a rampa dritta, che collega direttamente due piani dell’edificio. Esistono ovviamente diverse varianti delle scale a giorno: possiamo citare le scale a un ventaglio (con un angolo con i gradini a ventaglio) o quelle a doppia rampa (ovvero le scale che prevendono un pianerottolo intermedio).

SCALE A CHIOCCIOLA – Si tratta di un design più compatto, che tende a svilupparsi in verticale. È una opzione che spesso si rivela funzionale quando lo spazio a disposizione è molto ridotto. Anche in questo caso le varianti non mancano poiché è possibile scegliere sia una configurazione tonda che una quadrata. È anche possibile giocare con il numero di gradini, definendo una percorrenza più o meno ripida. Quasi sempre questa tipologia di scale viene realizzata in legno o in metallo. È utile tenerlo a mente quando si valuta l’estetica della struttura e come si inserirà nell’ambiente circostante.

SCALE ELICOIDALI – Spesso erroneamente associate con le scale a chiocciola per via della forma curva, hanno un tratto distintivo molto marcato: l’assenza di una struttura portante al centro. Offrono un impatto estetico davvero notevole, conferendo grande personalità a qualsiasi stanza in cui sono inserite. Il rovescio della medaglia è che richiedono molto più spazio rispetto a quelle a chiocciola e quindi tendono a non adattarsi ad ogni contesto abitativo. Considerata la forma della struttura, le scale elicoidali tendo ad essere più comode e meno ripide di quelle a chiocciola.

SCALE A SBALZO – Massima espressione di un gusto ricercato e moderno, le scale a sbalzo si distinguono dalle altre perché nascondono la struttura portante all’ interno del muro a cui sono poggiate. Questa scelta costruttiva trasmette un grande senso di leggerezza e può esprime un design minimale ed elegante. In questo caso l’ingombro di spazio è limitato e si può godere anche di un altro vantaggio. La presenza dei soli gradini favorisce considerevolmente il passaggio di luce all’interno della scala, rendendo l’estetica ancora più armoniosa.

SCALE AUTOPORTANTI – Si tratta di una variante delle precedenti scale a sbalzo, particolarmente indicata per trasformare una scala in un vero e proprio elemento di arredo. Sono chiamate anche “scale sospese” per via dell’effetto fluttuante che mirano a riprodurre, tramite gradini fissati al muro. Si prestano a forti personalizzazioni estetiche, grazie alla versatilità dei materiali che si possono impiegare nella progettazione. Sono certamente una opzione allettante per chi ama un design senza compromessi ed uno stile fortemente moderno.

Per quanto la scelta non sia sempre semplice è utile tenere conto delle normative e dei vincoli di spazio, che possono essere un fattore chiave anche più dell’estetica.

Scegliere delle scale di design è modo di dare valore ad un elemento architettonico che può conferire personalità e eleganza all’ambiente in cui è inserito. È evidente che per poter ottenere un risultato di grande impatto è necessario selezionare produttori dotati di grande esperienza e professionalità. E’ quindi consigliabile visitare i siti web di diversi produttori e verificare con attenzione le realizzazioni presenti nel portfolio. Questa operazione permette di comprendere quali e quante soluzioni sono personalizzabili rispetto alle esigenze del cliente. L’abilità di accostare materiali diversi e di utilizzare tecniche costruttive moderne consente di ottenere il massimo in termini di estetica e funzionalità.

Montascale per disabili: cos’è, come funziona, prezzi

Montascale per disabili: cos’è, come funziona, prezzi

Nel momento in cui ci si trova davanti alla necessità di gestire la quotidianità domestica di un disabile o di un anziano non autosufficiente, è importante adeguare gli spazi domestici.

Sono diversi gli aspetti da considerare in questa fase e, tra i tanti, rientra anche la possibilità di installare un montascale per disabili. Se ti trovi nella situazione descritta nel paragrafo precedente, molto probabilmente vuoi sapere qualcosa di più su questi ausili. Perfetto! Nelle prossime righe di questo articolo, approfondiremo assieme le loro caratteristiche e vedremo anche quanto, mediamente, possono costare.

Cosa sono i montascale per disabili?

Quando si parla di montascale per disabili, si inquadrano degli impianti che permettono a persone che si trovano in sedia a rotelle di essere sollevate e trasportate lungo una scala, a prescindere dalla sua lunghezza.

Il ricorso a questa soluzione rappresenta una scelta spesso necessaria anche in caso di dislivello senza scalini.

Tipologie

Data questa doverosa premessa, è importante parlare anche di tipologie. Ecco quali sono:

  • Montascale a piattaforma
  • Montascale a poltroncina

Qual è la differenza? Quando si ha a che fare con il primo dei due modelli elencati, si inquadra una soluzione contraddistinta dalla presenza di una base elevatrice. Su di essa, è possibile posizionare e mettere in sicurezza le sedie a rotelle.

Quando si parla del montascale a poltroncina, invece, si ha a che fare con una situazione che, invece, non consente l’utilizzo con la sedia a rotelle. Come è chiaro dal nome stesso, si ha a che fare con un impianto contraddistinto dalla presenza di una poltrona sulla quale la persona con difficoltà motoria può essere posizionata. A fronte di quanto appena ricordato, è palese che, nei casi di disabilità più gravi, questa soluzione non è adatta in quanto necessita, da parte della persona trasportata, un minimo di controllo del proprio corpo.

Proseguendo con l’elenco delle differenze da considerare, doveroso è un cenno al fatto che, quando si parla della seconda tipologia di montascale, si ha a che fare con una soluzione che richiede meno spazio rispetto al montascale a piattaforma.

Costi

A prescindere dal fatto che si parli di montascale per disabili Pavia o di impianti installati in altre città d’Italia, un doveroso cenno deve essere dedicato ai costi. I paragrafi precedenti ci aiutano a capire che non è possibile dare una risposta univoca.

Sono infatti diversi i fattori da tenere presenti. Tra questi, rientra la tipologia. Nel caso del montascale a poltroncina, si ha a che fare con una soluzione mediamente meno costosa rispetto al montascale a piattaforma.

Un ulteriore criterio sul quale vale la pena soffermarsi quando si decide di installare un montascale per disabili riguarda le caratteristiche delle scale. Se si ha a che fare con una scala lineare, è palese che il prezzo complessivo – si parte, in media, da un minimo di 6000 euro – sarà decisamente più basso rispetto ai frangenti in cui, a causa della presenza di curve, è necessario procedere a un adeguamento della rampa.

A fare la differenza ai fini dei costi ci pensa anche la presenza di comandi manuali piuttosto che analogici.

In merito alla pianificazione delle spese per il montascale domestico destinato a un anziano o a un disabile, è importante citare il capitolo delle agevolazioni fiscali. In questo frangente, si parla della possibilità di usufruire di detrazioni IRPEF pari al 19%.

Questa agevolazione fiscale può essere fruita sia dalla persona con difficoltà motorie, sia dal caregiver che si occupa della sua gestione e di cui è fiscalmente a carico (affinché si possa parlare di questa situazione, è necessario che la persona abbia un reddito complessivo non superiore ai 2.840,51 euro).

Affinché si possa usufruire delle detrazioni, è necessario avere a disposizione sia la prescrizione del medico, che deve specificare il collegamento tra la problematica fisica e l’impianto montascale, ma anche il certificato rilasciato dall’ASL comprovante l’invalidità funzionale e il suo carattere di permanenza.